IN VACANZA CON I BAMBINI     

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Diceva un animatore di un villaggio in Sardegna: “Quando i bambini sono contenti, sono felici anche i loro genitori”: mai uno slogan fu così azzeccato perché quando i bambini si divertono anche mamma e papà vedono il mondo con occhi diversi, liberi dai pensieri e dalla routine quotidiana.

E’ chiaro che non ci si improvvisa animatori e in vacanza troverete persone preparate, dotate di empatia verso i più piccoli, abituate a risolvere i problemi e districarsi tra le situazioni più spinose; il mondo dei piccoli e ancor più quello degli adolescenti richiede una tale preparazione che nulla può essere lasciato al caso.

Gli intrattenitori più bravi sono quelli che riescono con poco a coinvolgere i giovani turisti e creare gruppo: ritrovarsi il mattino in spiaggia, al miniclub del ristorante dove il menù viene studiato per rendere interessanti anche la cicoria e il passato di verdura, fino ad arrivare alla sera quando i giovani vengono trascinati nei balli di gruppo o nello spettacolo del dopocena. Che cosa dire poi della mascotte, l’immancabile pupazzo animato presente oramai dappertutto in alberghi, villaggi turistici e perfino nelle aziende di promozione turistica del territorio, ideato per catturare la simpatia dei più piccoli?!

Una delle mascotte in un villaggio (Isole Baleari)

Pensate a quegli animatori che nonostante il caldo ne indossano il pesante costume: spesso questi travestimenti lasciano poco spazio per l’aria, solamente una piccola fessura per respirare e da dove guardare fuori per non andare a sbattere. Non è per niente scontato saper interpretare il ruolo di mascotte visto che bisogna sapersi muovere, ballare e recitare (come fa il Gabibbo per intenderci) senza farsi male e fare male agli altri; c’è poi tutto l’aspetto del merchandising ossia l’insieme delle attività che servono a promuovere il nome del gruppo, dell’albergo o dell’organizzazione turistica: se una catena di alberghi appartiene alla famiglia Cipollotti, capite benissimo che la mascotte non potrà chiamarsi Cipollina o Cipolly ma il nome dovrà essere più accattivante e puntare sul luogo dove sorge l’albergo (una foresta, un lago o il litorale sul mare); vengono studiati poi una serie di oggetti, dal peluches, alle tazze per la colazione, alle matite colorate che di solito vengono messi in vendita alla reception.

Lo stesso gruppo che studia il nome del pupazzo “inventa” anche la sigla, una canzone orecchiabile con parole semplici che evocano vacanza, sole e mare: dopo qualche giorno i bambini la sapranno a memoria e ve la canteranno per tutto l’autunno fino a farvela uscire dalle orecchie. Ricordate quando il pediatra, le maestre alla scuola materna e i pedagogisti più illustri affermano che “il bambino assimila e impara tutto con estrema facilità”?! Questo potrebbe diventare un caso di studio e di approfondimento per gli esperti del settore.

Un inconveniente con i bambini in vacanza può essere il cambio di orario.

Per assistere ad uno spettacolo, per vedere un film che finisce un po’ più tardi la sera o perché siamo usciti a mangiare la pizza con degli amici anche se non era sabato, potrà accadere che specialmente i più piccoli vedano stravolgere le loro abitudini, dormire di più il mattino e andare a coricarsi più tardi dopo cena. Che vi troviate su una nave da crociera a spasso per il Mediterraneo o in vacanza in montagna con i nonni, ricordate che l’occasione di fare tardi la sera – ogni tanto – anche con i bambini, rappresenta un benefico colpo alla routine, catena che si spezza, bicchiere che si rompe. Di solito i ragazzini ricordano con piacere “quella volta che siamo andati al faro di notte e siamo ritornati con il temporale”: avventura, un pizzico di brivido e l’imprevisto.

Le cose insolite da fare in vacanza

Durante il giorno accostatevi ad attività semplici. In montagna vi consigliamo una salita in seggiovia e il ritorno (facile) a piedi per sentieri comodi e sicuri, oppure una passeggiata alla malga per vedere le mucche e assaggiare i prodotti del territorio; al mare potrebbe essere il noleggio del pedalò per un breve giro nel mare davanti alla spiaggia oppure la visita di buon mattino al porto dove rientrano le barche dei pescatori.

In entrambi i casi, mare e montagna, vedere gli stessi luoghi da un’altra angolatura può aiutare a capire le diverse prospettive e rappresenta un valido diversivo a giornate che altrimenti trascorrerebbero una uguale all’altra nella monotonia estiva.

Una gita con pic-nic al mulino del paese o un’escursione in barca sull’isola dei gabbiani potranno essere un buon pretesto, una volta a casa, per un bel tema di italiano con fotografie, semplici illustrazioni a mano e qualche piccolo bastoncino di mare raccolto sulla sabbia o un quadrifoglio dal prato. Se poi riuscite a strappare anche una piccola intervista con il casaro o con il pescatore, l’effetto reportage è garantito.

Libertà e avventura

Da quello che ci raccontano alcuni clienti dell’agenzia viaggi, durante un viaggio con i bambini emerge che assegnando loro un compito specifico in vacanza questo venga svolto con maggiore responsabilità e puntualità. Fate preparare una loro valigia personale – per quanto piccola e leggera – dove mettere qualche indumento, i compiti per le vacanze il loro gioco preferito e qualche effetto personale: una spazzola, un cappellino e la bambola o l’automobilina del cuore. E’ un primo passo verso l’autonomia così come la settimana in montagna o al mare potrà essere un’occasione per insegnare loro a tenere i vestiti in ordine, a risciacquare il costume dopo il bagno o mettere gli scarponi sul terrazzo all’aria dopo un’escursione nel bosco.

Cartoline e francobolli: souvenir di viaggio

Un ultimo consiglio, consapevoli di non aver inventato nulla di nuovo: fate scrivere (o scrivete voi insieme a loro) una cartolina. Le cartoline rappresentano un rituale che in questi anni si è andato un po’ perdendo a scapito della foto scattata e condivisa in diretta sui social; la tradizione prevede la scelta dall’espositore girevole dell’edicola (chissà se esistono ancora), l’acquisto del francobollo e la ricerca della cassetta postale per imbucare la corrispondenza. Oltre ad essere un buon esercizio di calligrafia anche per i bambini, rappresenta un gesto po’ antico e fuori moda ma: costa poco, invita a pensare agli altri “Cara nonna, tanti saluti dal mare” e, in un tempo in cui le cartoline sono solo elettroniche, garantisce il simpatico e cartaceo effetto sorpresa per chi la riceve.

“Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, a pretendere con ogni sua forza quello che desidera. (Paulo Coelho).

Leone Lamberti

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