L’ANTIQUARIO PIERO RIZZO LICORI: DA BRIGHTON ALLA TURCHIA.

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Pubblichiamo oggi il racconto di Piero Rizzo Licori, 45 anni, antiquario veneziano che ha vissuto il lockdown da solo nella cittadina inglese di Brighton e con la sua compagna Merve si è da poco trasferito a Istanbul dove, dopo un soggiorno al mare in una delle coste più belle e incontaminate della Turchia, affiancherà all’attività di mercante d’arte quella di ricerca e dell’insegnamento dell’italiano, dell’inglese e del turco. Il racconto parte dai mesi difficili vissuti nella cittadina balneare sulle rive della Manica per aprirsi poi nella vibrante e appassionata descrizione dell’estate turca e della nuova vita insieme alla compagna nell’antica Costantinopoli. Buona lettura!

Ho sempre vissuto colla valigia pronta per partire.  Il mio lavoro di antiquario mi ha portato in luoghi tra loro diversissimi e a volte eccezionalmente sorprendenti, dove la meraviglia della scoperta  spesso si mescola alla storia (incredibile) dell’opera d’arte. Per poter viaggiare meglio ho scelto di abitare in Inghilterra, vicino ad un grande aeroporto, Gatwick, ma non dalla parte popolosa, quella londinese, ma sul mare, a Brighton, dove la musica e i pubs stanno definendo un’intera generazione di artisti. Il mare e’ stato un grande richiamo per tutta la mia vita, dagli anni universitari veneziani alla mia recentissima residenza turca ad Istanbul.  Sentirlo vicino mi tranquillizza e mi fa sentire vivo, anche in questi mesi in cui la morte ha serpeggiato ovunque con accanita crudelta’.

Quando il lockdown e’ calato pesantemente travolgendo le nostre vite, ero a Brighton. Solo. La mia ragazza, Merve, era appena partita per la sua Istanbul, dove avrei dovuto raggiungerla nel giro di qualche settimana. Purtroppo il covid ha stracciato i nostri piani e mi ha obbligato a trascorrere quasi tre mesi e mezzo in solitudine. Unico punto fermo in quei mesi travagliati erano le lunghe camminate in riva al mare al mattino presto, per evitare il contagio e per godere di quell’aria cosi fresca e frizzante che solo una citta’ costiera inglese sa offrire. Terminata la peste, o almeno passata la fase piu’ acuta, ho riiniziato da dove avevo interrotto la mia vita: viaggiare. Viaggiare per rivedere la mia ragazza, che mi aspettava. Ma le difficolta’ erano molte: voli che spuntavano alla sera come funghi ma che al mattino non lasciavano traccia, treni prenotabili ma mai in partenza e bus in fallimento tra improbabili leggi per la sicurezza e obbligo di mascherina e distanziamento sociale.

La vita deve continuare, come deve continuare anche il viaggio, il viaggio della nostra vita che ognuno ha dentro di se.  La mia partenza per Istanbul era stata ritardata dal lockdown ma mai cancellata.  Il problema piu’ grande era quello di prenotare un volo. Purtroppo le due compagnie di bandiera inglese e turca avevano rinunciato a volare dall’aeroporto di Gatwick, vicino alla mia Brighton. Un’unica compagnia turca aveva fortunatamente deciso di ripristinare i voli da Stansted ma con desitinazione Sabiha Gökçen, l’aeroporto piu piccolo di Istanbul a piu’ di tre ore di macchina dal centro citta’. In questo turbinio di possibili voli, aeroporti, trasferimenti e hotel ho timidamento chiesto a Merve se era cosi pazzesco poter pensare di organizzare una vacanza sulla costa egea, che lei conosceva cosi bene ma di cui io avevo qualche vago ricordo  liceale.

Perche’ andare ad istanbul quando dall’aeroporto di Sabiha Gökçen si puo’ raggiungere localita’ di mare cosi belle, esclusive e ricche di una storia millenaria?

Merve ha sorriso e con passione ha organizzato questo viaggio, il nostro primo viaggio nell’era del Covid, il suo regalo per me. Ayvalik e’ stata la sua scelta. E questo il nome di una piccola citta’ sulla costa egea che conta all’incirca 30,000 abitanti ma che in estate si ingrandisce sensibilmente per il gran numero di turisti, soprattutto turchi, attirati dalla bellezza del panorama quasi incontaminato, dalle ampie e dorate spiagge sabbiose e dall’incredibile offerta culturale. 

Veduta della baia di Edremit dai colli di Ayvalik.

Ayvalik e’ infatti un’antico porto greco la cui storia si intreccia indissolubilmente col il mito greco: nelle sue vicinanze sorgevano le citta’ di Assos e Troia, a Nord, e la citta’ di Pergamo, a Est. Della loro storia non diro’ nulla, sicuro di incuriosire il lettore e attirarlo a visitare i parchi archeologici, ma vorrei ricordare che il monte Ida (Kaz daĝi in Turco) si trova non lontano da Ayvalik: e li’ che Omero ha ambientato molti combattimenti della sua Iliade e dove molti miti che hanno forgiato la cultura e la coscienza occidentale hanno trovato il loro svolgimento.  Lascio al viaggiatore curioso (ri)scoprire il mito di Cibele, la storia di Ganimede, il giudizio di Paride e l’amore di Anchise che genero’  Enea. Oggi, Ayvalik e’ famosa per la sua centenaria produzione di olio d’oliva, a detta degli intenditori il migliore in Asia Minore, per il gusto delicato e il profumo fruttato e per un piatto particolare, semplice e gustoso, l’Ayvalik tostu.

Ayvalik tostu

 Si tratta di un toast preparato con formaggio, socuk (salame di manzo) cetrioli e pomodori, il tutto condito con ketchup e mayonnese. Molti amano visitare il centro storico della citta’ e si fermano in una dei tanti ristorantini sparsi un po’ ovunque per provare questo toast, celebre in tutta la Turchia.

Molti dei turisti in vacanza a Ayvalik sono stupefatti dalla bellezza del paesaggio: si possono visitare le piccole isole della baia di Edremit con dei tours giornalieri che offrono varie soste per godere del mare cristalino offrendo eccezionali buffet all you can eat durante gli spostamenti in mare a prezzi incredibilmente bassi.

Per gli amanti delle immersioni il mare prospicente Ayvalik offre alcuni dei piu affascinanti e stupefacenti siti marini di tutto il Mediterraneo:  Deli Mehmet e Kerbela sono le perle. La rarita’ dei coralli rossi, le diverse specie ittiche e la variegata fauna marina hanno da anni reso celebre Ayvalik, tant’e’ che sono state aperte alcune ottime scuole di immersione. Sotto la loro diligente guida si possono anche scoprire alcuni relitti di navi ed aerei, antichi ma anche della Seconda Guerra Mondiale, che il mare ha perfettamente conservato nelle sue limpide acque.

Alla sera abbiamo sempre preferito passeggiare nelle strette viuzze dell’isola di Cunda, una piccola isola unita ad Ayvalik da un lungo ponte, per molti secoli terra di pescatori greci ma dalla Guerra d’Indipendenza Turca quasi totalmente abitata da turchi musulmani. Un piccolo porto nel centro dell’isola rifornisce di ottimo pesce freschissimo i tanti ristoranti  disseminati in tutta l’isoletta.

Un’occhio al menu’ prima di ordinare il pesce (soprattutto Levrek, un tipo di branzino) e le meze (antipasti) per non cadere in trabocchetti e’ sempre consigliato. Il gelato (turco) al cioccolato con pistacchi servito con lunghe spatole, dal gusto forte e dalla consitenza quasi gommosa, merita di essere ordinato nella piu’ bella gelateria esattamente all’ingresso del porto, dove si osserva sempre una lunga coda di adulti ed impazienti bambini.

La nostra prima vacanza post COVID e’ durata una settimana, ci ha completamente rigenerato nel corpo e nello spirito, e mi ha fatto apprezzare ancora di piu’ le bellezze e le peculiarita’ della Turchia. E’ un paese che merita di essere visitato in ogni sua regione e citta’ per le testimonianze archeologiche e storiche eccezionalmente ricche e per la varieta’ di paesaggi e popoli che si possono incontrare. Non ultima la cucina turca merita di essere gustata per il grande amore che viene posto nel selezionare gli ingredienti migliori e naturali e per le vasta scelta di ricercati piatti, anche per vegetariani e vegani. La Turchia e’ infatti uno dei piu’ importanti paesi produttori di frutta e verdura al  mondo.

Che non faccia parte dell’Unione Europea e’ forse oggi, dopo decenni di dibattiti sul suo ingresso, il punto forte della Turchia, perche’ le permette di essere libera nel scegliere il proprio destino e definire i suoi interessi economici. Il turista Italiano non si faccia scoraggaiare dal fatto che la Turchia non sia parte dell’UE, e’ sufficiente la carta d’identita’ per entrare e non serve alcun visto turistico. Per viaggiare la soluzione migliore e piu economica e’ quella di noleggiare una macchina, possibilmente in uno dei tanti aeroporti.

Infine, la lira turca e’ periodicamente svalutata, rendendo il viaggiatore sorprendentemente meravigliato dalla qualita’ e dalla convenienza dei suoi prodotti e delle sue strutture.

Piero Rizzo Licori per Agenzia viaggi Peterlini

Piero e Merve in Turchia

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