VISTO PER VOI: LA GROTTA CASCATA DEL VARONE A RIVA DEL GARDA.

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Molti hanno apprezzato in questo ultimo periodo il turismo domestico, quello originato dai movimenti dei residenti di un determinato Paese all’interno dello stesso e probabilmente è anche vero, come affermava lo scrittore Mario Rigoni Stern che “cerchiamo lontano quello che abbiamo dietro casa”. L’agenzia viaggi Peterlini offre anche i servizi di incoming per l’organizzazione di una gita o di un fine settimana nella nostra zona e oggi vi parliamo di quello che abbiamo davvero “in fondo alla strada dell’orto” e vi invitiamo a scoprirlo con noi.

L’escursione termica è notevole e gli avvisi nei parcheggi e all’ingresso parlano chiaro: per accedere alla cascata del Varone è bene munirsi di  indumenti pesanti e impermeabili. L’ abbiamo visitata in ottobre e le fresche giornate autunnali ci hanno fatto apprezzare ancor più questa bellezza naturale senza quello sbalzo tra il caldo esterno e il fresco della grotta che potrebbe esserci invece durante il periodo estivo. E’ stata una piacevole riscoperta di un luogo relegato a un lontano ricordo di gite scolastiche ma estremamente al passo con i tempi: pulizia, distanziamento, normative anti pandemia e servizi mostrano una struttura efficiente e molto ben organizzata.

E siccome vogliamo raccontarvi questa attrazione come nessuno mai ve l’ha descritta, inizieremo in modo non convenzionale dai bagni; si, proprio dai servizi igienici che sono presenti in gran quantità, moderni e puliti con ampia disponibilità di spazi, con i lavandini e lo specchio “all’aria aperta”; toilette ideate e posizionate nei luoghi strategici del parco per non doverle cercare o rincorrere, adatte a famiglie con bambini e alle persone anziane. Un altro punto a favore dell’accoglienza turistica è la presenza di ampie aree per il pic-nic dove consumare il pranzo al sacco oppure servirsi della caffetteria del parco: zone situate in mezzo al verde e ben ombreggiate che promettono sicuro refrigerio nelle giornate estive.

Possiamo suddividere la visita in due momenti: la grotta inferiore e la grotta superiore.

La grotta inferiore è la prima che si incontra appena entrati e su una comoda passerella antiscivolo ben salda alla roccia con un percorso sinuoso si arriva nel punto in cui il torrente dopo il salto della cascata riprende il suo corso. C’è un’illuminazione colorata e molto suggestiva che mette in risalto le fessure, i particolari verticali della grotta e anche qualche piccolo pozzo glaciale mentre la colonna sonora è data dall’assordante salto che l’acqua compie tra le rocce. Alla cascata del Varone ci si bagna ma è un’acqua leggera, nebulizzata e piacevolmente rinfrescante che con uno spolverino e un cappuccio risulta ben più sopportabile di qualche umida attrazione nei vicini parchi tematici del Garda; nel giro di qualche minuto una volta usciti tutto si asciuga, anche nel mese di ottobre.

Il percorso all’interno della grotta inferiore.

Ci sono poi un paio di punti dedicati ai selfie e alle fotografie sotto la maestosa Rupe di Deva e a lato del torrente che a monte si chiama Magnone, quando esce e continua il suo corso cambia nome in Varone: le numerose tabelle sul percorso spiegano questi piccoli dettagli che messi insieme sviluppano un insieme di conoscenze geografiche, naturali e storiche.

Una svelta passeggiata a gradoni conduce poi alla grotta superiore passando per un giardino fiorito in tutte le stagioni: potremmo raccontarvi delle orchidee, dell’Ibisco dai mille boccioli, delle ortensie, dei crisantemi e di tutti le altre piante che vi accompagnano in questa facile salita ma siccome all’inizio vi abbiamo detto che il nostro sarà un reportage insolito vi vogliamo descrivere invece il giardino di cactus e piante grasse che occupa un lato del parco. Sono dei vegetali un po’ particolari e non tutti ne apprezzano la forma carnosa e le spine che ne fanno piante da trattare con attenzione. Ci ha colpito la vastità dell’assortimento presente nel parco, la pulizia delle aiuole e la completezza nella descrizione nelle targhette  su ogni pianta che riporta il nome scientifico e il nome comune di ogni specie. Pubblichiamo la fotografia dell’Echinocactus detto anche Cuscino della suocera che dedichiamo a tutti quelli che al Varone ci andranno con la famiglia, compresi nonni, zie e quindi anche suocere.

Il “Cuscino della Suocera” nella zona riservata alle piante grasse.

La grotta superiore è ancora più suggestiva: qui l’ingresso avviene da un cunicolo ben illuminato verso la piattaforma a strapiombo da dove si ammira la cascata vera e propria. L’acqua si infila in un imbuto naturale e precipita con un salto di quasi cento metri  tra giochi di luce e uno scenografico effetto sonoro. Le foto, i filmati e i selfie si sprecano in questo balcone ipogeo dove il fragore naturale sovrasta lo stupore e le grida dei bambini.

Il suggestivo ingresso alla grotta superiore

A proposito di suoni: se all’interno delle due grotte l’acqua è la protagonista indiscussa per la vista ma soprattutto per il tatto e per l’udito, nel parco botanico sarete avvolti da una  musica molto rilassante che proviene da alcuni altoparlanti camuffati da pietre per poter riposare le orecchie tra una cascata e l’altra.

Il belvedere nella Grotta superiore

Potremmo andare avanti raccontandovi che la Grotta del Varone vanta una storia molto ricca di aneddoti a partire dalla data della sua inaugurazione nel 1874 attraverso il ‘900 per giungere fino ai giorni nostri; che dal punto di vista geologico risale alla notte dei tempi e che è stata plasmata dalla forza dell’acqua che ancora oggi scava al ritmo di circa 2 millimetri all’anno. Ma non vorremmo annoiarvi con delle notizie che troverete anche sul sito internet dove sono indicati anche gli orari e i prezzi: è aperta tutto l’anno e noi ve la consigliamo fuori stagione in autunno o in inverno quando il turismo sul Garda si addormenta lentamente. Una visita facile e alla portata di tutti che lascia il segno specialmente tra i più piccoli ma che vi consigliamo se siete in zona per mangiare la carne salada oppure semplicemente per trascorrere un sabato diverso in un luogo molto suggestivo.

Leone Lamberti

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